Tano Festa

About

Tano Festa nasce a Roma il 2 novembre 1938.
Fratello di Francesco Lo Savio, frequenta l’istituto d’Arte a Roma e si diploma nel corso di Fotografia Artistica nel 1957. Si forma sull’esempio di C. Twombly e della pittura gestuale e informale. Non passerà molto tempo da questa data che già nel 1960 è alle prese con la sua prima mostra, una collettiva alla Salita di Liverani in Roma. In quegli anni gli incontri erano già avvenuti: Festa era amico di Franco Angeli sin dalla fine degli anni ’50, mentre Francesco Lo Savio era amico di Mario Schifano.
Fondamentale per la sua carriera è la partecipazione insieme a Schifano, Baj e Rotella alla mostra intitolata “The New Realism” a New York su invito di Sidney Janis. Proprio in quell’anno, nel 1960 la Galleria Odyssia organizza con Francesco Arcangeli, Valsecchi e Argan una mostra della “new generation in Italy” a New York. 
Fra i molti artisti presenti in quella mostra americana troviamo: Bendini, Dorazio, Guerreschi, Perilli, Pomodoro, Scanavino e altri ancora. Solo un paio di anni prima (1958) Milano aveva ospitato “la nuova pittura americana” al Padiglione d’Arte Contemporanea. Erano gli esordi di anni “effervescenti”, anni nei quali Roma sembrò essere la città che, meglio delle altre, seppe interagire con i nuovi afflati artistici internazionali, in particolar modo con gli USA.

La cosiddetta “Scuola di Piazza del Popolo” prima di ottenere tale nome con diritto, dovette attendere il 1963, anno in cui la Galleria La Tartaruga si trasferì nella piazza suddetta divenendo il centro di coagulo delle effervescenze romane. In quella occasione il gallerista Plinio De Martiis, organizzò una mostra che vide allineati nelle pareti del nuovo spazio espositivo: Angeli, Bignardi, Festa, Fioroni, Kounellis, Mambor, Mauri, Novelli, Perilli, Rotella, Saul, Tacchi e Twombly; il titolo dell’esposizione era “13 artisti a Roma”.

Tra i ragazzi della scuola di Piazza del Popolo era sicuramente il più passionale e semplice nei modi.La pittura di Festa è sempre stata carica di una forza espressiva contaminata dalla necessità di percepire l'oggetto del quotidiano come base fondante di quella che sarà l'arte che verrà: ecco quindi persiane, porte, finestre, armadi e specchi che non svolgono più la loro funzione di oggetti ma, in quanto dipinti,sdiventano pittura. Come artista popolare, (così egli definiva la sua attività in quegli anni), sostiene a buon diritto la possibilità, tutta italiana, di potere esprimere la cultura Pop facendo a meno di zuppe o attrici ma mettendo in risalto le bellezze artistiche inestimabili che la storia ha custodito. Ecco quindi l'interesse verso l'analisi della tradizione artistica italiana del Rinascimento, estrapolando e facendo citazioni dall'opera di Michelangelo. Nella metà degli anni Sessanta lavora infatti a grandi pannelli dove appaiono, seguendo la tecnica fotografica, isolati stralci dagli affreschi della Cappella Sistina e dalle tombe medicee realizzati con pittura a smalto su tela emulsionata. Nel 1966 viene a contatto a Milano con artisti come Arp e Man Ray. Festa tramuta i suoi oggetti dipinti in pittura di oggetti e continua a lavorare sulla fotografia

Poi arrivano gli anni '70, i più difficili della sua immensa carriera artistica: benchè fosse sempre presente alle più importanti manifestazioni, critici e galleristi gli preferivano artisti che riuscivano a comunicare meglio la propria immagine.

Negli anni '80 trova nuovi impulsi creativi e realizza la serie dedicata ai Coriandoli, enormi tele in festa ricche di materia pittorica. Riscopre, inoltre, una nuova figurazione espressa nel segno e nel gesto duro e tagliente. Il nuovo lavoro di Festa è legato, in questi ultimi anni, all'espressionismo, riletto e adattato alla sua volontà, di artisti come Munch, Ensor, Bacon e Matisse. Ma in Festa esiste anche la solitudine e il vuoto. La critica, attratta da questa rinnovata creatività, si interessa di nuovo al suo lavoro. Nel 1980 partecipa infatti alla XL Biennale di Venezia e nel 1982 è presente alla mostra Artisti italiani contemporanei 1950-1983 e diverse sono le mostre personali che vengono allestite. Nel 1989 realizza la monumentale "Finestra sul mare", visibile sul lungomare di Villa Margi , tra Palermo e Messina, dedicata al fratello Francesco Lo Savio, morto giovanissimo del 1963.  

Muore a Roma il 9 gennaio 1988.

Senza Titolo, acrilico su tela (1984
100 x 100 cm

#TANOFESTA

Senza Titolo, acrilico su tela (1984
100 x 100 cm
Senza Titolo, acrilico su tela (1984
100 x 100 cm

Negli anni '80 trova nuovi impulsi creativi e realizza la serie dedicata ai Coriandoli, enormi tele in festa ricche di materia pittorica. Riscopre, inoltre, una nuova figurazione espressa nel segno e nel gesto duro e tagliente. Il nuovo lavoro di Festa è legato, in questi ultimi anni, all'espressionismo, riletto e adattato alla sua volontà, di artisti come Munch, Ensor, Bacon e Matisse. Ma in Festa esiste anche la solitudine e il vuoto. La critica, attratta da questa rinnovata creatività, si interessa di nuovo al suo lavoro. Nel 1980 partecipa infatti alla XL Biennale di Venezia e nel 1982 è presente alla mostra Artisti italiani contemporanei 1950-1983 e diverse sono le mostre personali che vengono allestite. Nel 1989 realizza la monumentale "Finestra sul mare", visibile sul lungomare di Villa Margi , tra Palermo e Messina, dedicata al fratello Francesco Lo Savio, morto giovanissimo del 1963.  

Muore a Roma il 9 gennaio 1988.